Uno scontro diretto per avvicinare di un altro po’ la vittoria del campionato di Serie D. Ormai da tempo la Messina sportiva non viveva le premesse suggestive di una partita così importante: ACR e FC a confronto per allungare nella corsa verso il professionismo. Domenica pomeriggio, sul terreno del “Franco Scoglio”, sarà ritorno al futuro.
A raccontare la vigilia del derby, il giornalista di “Radio Amore” e “Tcf” Pietro Di Paola, profondo e storico conoscitore delle vicende calcistiche peloritane.
Di Paola, come arrivano le due squadre a questo derby?
«L’ACR Messina arriva alla stracittadina con una percezione forte di solidità, grazie anche ad un assetto tattico definito e ad un cammino fatto di tanta continuità. Sul fronte FC, i numeri raccontano di un’ascesa significativa e costante. La gestione Costantino ha portato tre vittorie e un pareggio. Statistiche che la dicono lunga sulle prospettive di crescita del progetto giallorosso».
La Città come sta vivendo il percorso di avvicinamento alla partita?
«Molti tifosi avevano guardato con distacco a questo dualismo calcistico fino ad oggi. Adesso che si avvicina lo scontro diretto, però, si inizia a registrare un certo interesse. La partita verrà trasmessa in diretta da un’emittente storica del territorio peloritano, il che è tutto dire. La posta in palio è alta e diverse decine di migliaia di tifosi giallorossi avranno gli occhi solo per il derby».
Secondo lei c’è una favorita su cui puntare?
«Non c’è una favorita. Parliamo di due squadre molto forti, solide e imbottite di calciatori di altissimo livello. Se vogliamo sbilanciarci con uno “zero virgola” in più possiamo farlo con l’ACR, che ha la continuità dalla sua parte. L’allenatore è sempre lo stesso dall’inizio del campionato e i calciatori schierati sono sempre quelli. Ma sono solo sfumature che non per forza dovranno impattare sull’esito finale della gara».
Questo derby sarà decisivo per la vittoria finale del torneo?
«Secondo i protagonisti, calciatori e dirigenti, questo match non sarà decisivo. Secondo me, invece, lo sarà. Non tanto per una questione numerica, quanto per un risvolto psicologico. Chi vince si mette in tasca un pezzo di titolo».