PALMI - E' stata solo una sconfitta, la classica sconfitta che una squadra (in questo caso la Palmese) subisce durante la stagione. Una sconfitta, a Rossano, dove i neroverdi di Carella Muorinho hanno raticamente già assorbito subito dopo aver ripreso gli allenamenti al "Lopresti".  Una salutare chiacchierata tra il tecnico neroverde e i giocatori per verificare lo stop di Rossano e rimediare per il futuro con l'obbligo naturalmente di non commettere più errori di valutazione perchè è stato un errore di valutazione (secondo noi) a non ermettere alla Palmese di giocare come sa anche a Rossano, in terra cosentina, dove ha sottovalutato oltremisura l'undici di Costantino che contro i neroverdi hanno scacciato via la crisi.
Adesso però bisogna pensare e guardare avanti. Già perchè tra 48 ore al "Lopresti" arriverà una squadra rivelazione di questo torneo; l'Acri. Ancora una squadra cosentina tra la strada della Palmese dunque. Quella Palmese del tecnico Carella che vuole immediatamente riprendere la corsa verso le posizioni alte della classifica. Il secondo posto è ancora in mano all'undici del presidente passionale Beniamino Caristi. Bisogna dimenticare presto Rossano e ripagare tutto e tutti ed anche i tifosi che anche a Rossano sono giunti in massa per stare vicino alla propria squadra del cuore.
Allenamenti quesi finiti per questa settimana con tutta la squadra al completo in vista dell'Acri. Carella avrà a disposizione gran parte dei giocatori e l'unico dubbio sono soldatino Corigliano e il senegalese Gole che ancora risentono di un infortuneo. I dueb si stanno allenando a parte e domani dovrebbero sciogliere ogni dubbio sulla loro presenza in campo contro l'Acri.
Un ritorno alla vittoria lo sperano tutti per continuare a sognare qualcosa che manca a Palmi dal 1987. Per qualcosa che la città e la passionale tifoseria neroverde aspettano da oltre un ventennio. Una speranza che naturalmente la popolazione neroverde non dimentica mai nonostante sa che la società quest'anno ha costruito una squadra per ottenere la salvezza tranquilla.

 

di Sigfrido Parrello