La speranza va sempre alimentata, fino all’ultimo istante, la fiducia dovrà essere totale, ma come ribadiamo da tempo e come ha sottolineato il massimo dirigente Mimmo Praticò, a decidere il destino della società amaranto sulla questione ripescaggio, saranno altri. Comunque vada merita un grande applauso lo sforzo prodotto in questi mesi dal gruppo dirigenziale che di fatto ha ribaltato pareri e convinto gli scettici sulla bontà del progetto a lunga gettata e sulla volontà di riconsegnare alla città sportiva quello che chiedeva. In attesa di capire quello che verrà fuori il prossimo 4 agosto, due obiettivi su tre sono stati messi a segno e sono quelli per i quali soprattutto il tifo organizzato aveva puntato l’indice nel corso dell’intera passata stagione.
Prima l’accordo con la curatela della Reggina Calcio e quindi l’affitto del ramo d’azienda con dentro blasone, storia, logo e tutto il resto, poi l’avvenuto cambio di denominazione ufficializzato nella giornata di ieri che riconsegna il nome Reggina ad una società che su quest’ultima vicenda ha condotto una lunghissima battaglia. La convinzione crescente delle ultime settimane di approdare al calcio professionistico, però, non vorremmo creasse forti delusioni e malumori nel caso in cui questo non dovesse accadere (stiamo già provvedendo a fare i dovuti scongiuri). Ma esiste questa possibilità, oggi le graduatorie ci tengono dietro seppur ad un passo dal traguardo.
Bisogna mettere in preventivo che può succedere se tutte quelle società che ci stanno davanti avranno in regola l’intera documentazione. E non bisognerà farne un dramma, ma semplicemente prenderne atto. Dovranno farlo i tifosi, che da sempre hanno dichiarato di non farne un problema di categoria, dovrà farlo la società, che vedrà vanificare gli sforzi prodotti e gli enormi sacrifici, ma alla quale nulla potrà essere rimproverato. Se sarà serie D, dovrà esserlo da grandi protagonisti, ben consapevoli che vincere arrivando davanti a tutti è impresa tutt’altro che semplice.
Più di tutti è il direttore generale ad aspettare impaziente notizie, il suo lavoro risulterà fondamentale nel primo e nel secondo caso. Ma torniamo alla speranza che, ripetiamo, va assolutamente alimentata perchè è giusto crederci, è doveroso pensare positivo. E poi diciamocelo francamente, sarebbe un grande regalo per una città che negli ultimi anni ha raccolto solo grandissime amarezze.
da strill.it