Ritorna l’appuntamento con la rubrica esclusiva di StadioRadio “Arbitri in vetrina” e, questa volta, la nostra attenzione è rivolta ad uno dei direttori di gara più promettenti del panorama calabrese, ovvero l’ingegnere Mario Vigile. Laureato presso l’Università della Calabria, la sua avventura nella classe arbitrale comincia quasi per gioco, nel 2004.
GLI INIZI - Il vicepresidente della sezione di Cosenza, infatti, seleziona alcuni ragazzi per il nuovo corso di arbitri presso il liceo Scientifico frequentato proprio da Vigile. Quello di Mario è un cammino iniziato così dunque, con le classiche motivazioni di un ragazzo di quell’età: una carriera calcistica “stroncata” da una pagella non troppo brillante, la possibilità di ottenere il punto di credito scolastico e la felicità di poter vedere le partite delle grandi squadre della Serie A, proprio grazie alla tessera di arbitro.
Una passione la sua, che sboccia e matura col tempo. Come la maggior parte dei ragazzi della sua età infatti, il fine settimana Mario vorrebbe passarlo a divertirsi piuttosto che intraprendere trasferte lunghe legate alle partite, che potevano portarlo anche fino a Reggio Calabria. Da un estremo all’altro della regione dunque. L’esordio assoluto lo vede arbitrare la partita del Cancellese, proprio la società giovanile in cui militava come calciatore. La stranezza di dirigere una gara dei suoi ex compagni di squadra con cui sino a pochi mesi prima condivideva lo spogliatoio.
Una carriera che, perlomeno sino alla Seconda Categoria, per Mario significava più che altro una scommessa mai presa troppo sul serio. Poi le promozioni e le gratificazioni personali hanno aiutato a far crescere la passione, che man mano diveniva sempre più importante. Le designazioni della domenica non rappresentavano più un hobby o qualcosa da accettare per impiegare il tempo. E' a quel punto che inizia a cambiare qualcosa in lui. Gli allenamenti divengono qualcosa di serio, a cui dedicare energie senza riserve. Anche perché con l’impegno profuso i risultati non tardano ad arrivare. Gli enormi sacrifici compiuti per dedicare a questa passione il giusto tempo si incastrano con le ore riservate allo studio, ma ad ogni modo vengono fatti di buon grado.
LA SVOLTA - Arriva finalmente la Prima Categoria, salto che gli permette di non dipendere più dalla sezione di Cosenza bensì dal C.R.A. (Comitato Regionale Arbitri) Calabria. I tre anni trascorsi in questo campionato lo forgiano ulteriormente, ma il salto di qualità concreto avviene con il nuovo presidente del sudetto Comitato Stefano Archinà che in lui intravede buone qualità e quindi lo sprona a trovare la voglia di crescere sotto l’aspetto professionale, valorizzandolo nel carattere anche come uomo. Al raduno, Vigile parteciperà come arbitro di Promozione.
Da quel momento l'arbitro cosentino compie l’intero cammino di Promozione sino alla ciliegina sulla torta rappresentata dall’ultima gara di campionato diretta in Eccellenza: si trattava di Palmese-Roccella. A livello nazionale risulta il primo arbitro della Serie D a dirigere il Parma per due volte fuori casa. La prima volta a novembre contro il Clodiense, la seconda a gennaio nel big match del torneo contro l’Altovicentino secondo in classifica (Parma capoclassifica già allora). Caratterialmente il percorso da “giacchetta nera” ha sicuramente aiutato Mario Vigile sotto l’aspetto delle relazioni sociali, persino con i ragazzi della stessa età. La timidezza e la riservatezza hanno lasciato spazio al confronto ed alla presa di coscienza importante che riguarda la gestione dei 22 calciatori nel rettangolo di gioco, tutt’altro che facile in mancanza di carattere e personalità. Insomma, dalla timidezza nel relazionarsi con i coetanei sino a dirigere riunioni di sezione il passo è stato breve ma intenso. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno sarebbe finito col relazionarsi con una platea, e per giunta con una certa naturalezza ormai.
LE DIFFICOLTA' - Il percorso di Mario Vigile però non ha conosciuto soltanto sorrisi ma anche difficoltà, come del resto è naturale in tutte le avventure della vita. Sulla sua strada non sono mancati i soliti episodi che talvolta segnano in negativo le avventure di molti altri colleghi. Episodi che scoraggiano e che rischiano di affliggere anche i caratteri più forti e determinati. Ma non quello dell’arbitro cosentino, aggredito durante una gara di Prima Categoria da alcuni spettatori. Tuttavia da quell’amara situazione Mario è riuscito a venirne a capo, decidendo di non abbandonare quella che oramai diveniva sempre più la sua strada, decidendo quindi di proseguire con maggiore coscienza e passione, oltre che determinazione. Fondamentali per il suo cammino si sono rivelate le persone più vicine e più care come i genitori ma anche la ragazza, Chiara, che sin dal principio ha sostenuto e spronato il suo prosieguo in merito.
IL FUTURO - Oggi Mario Vigile spera nella promozione in Lega Pro, nel mondo dei professionisti. Il raggiungimento di questo traguardo rappresenterebbe sicuramente una grande soddisfazione personale ma anche un prestigioso obiettivo per l’intera sezione di Cosenza, che di fatto non viene rappresentata da circa vent’anni in quella che un tempo era la vecchia Serie C. Per lui ci sarà da superare il confronto con ben 180 colleghi provenienti da tutta Italia, e con soli 18 posti disponibili per promuovere il salto di categoria. Un ostacolo tosto dunque, ma sicuramente alla portata di un arbitro che ha già dimostrato di possedere egregie qualità tecniche. Fra gli altri traguardi conquistati da Vigile, anche la direzione della finale di Coppa Italia dilettanti disputata a Roma tra Fermana e Cerignola.