Amantea, il Presidente Nesi: "Richiamo al rispetto"
Amantea, il Presidente Nesi: "Richiamo al rispetto"

Con una missiva inviata al Presidente del Cr Calabria - LND Saverio Mirarchi, al Presidente del CRA Calabria Stefano Archinà ed a tutti i presidenti delle società dilettantistiche calabresi, il Presidente dell'Amantea Gianfranco Nesi torna sull'atteggiamento dei fischietti calabresi che di seguito riportiamo integralmente.
 

Ill.mi Presidenti,

era il 3 Febbraio del 2014, quando, profondamente amareggiato e scoraggiato per gli evidenti discutibili episodi arbitrali, che in quell’anno, ripetutamente, capitavano a tante squadre, lasciando supporre, in alcuni casi, la buona fede degli arbitri ed in altri,  l’incompetenza  e la mancanza di rispetto di alcuni di essifui costretto a scrivere una lettera aperta avente ad oggetto “Così si vanificano gli sforzi profusi a discapito del sociale”. “Così si distrugge lo sport”. Seguì un incontro, su invito del Presidente Mirarchi della Lega Nazionale Dilettanti, presso la sede di Catanzaro, in cui i dirigenti delle società presenti, dichiarando pubblicamente la condivisione della lettera, esposero le loro considerazioni in merito all’argomento del giorno. La conclusione dell’incontro fu quella dei buoni propositi e del senso di collaborazione.

 

Oggi, a distanza di un anno, mio malgrado, devo prendere atto che poco è cambiato, in particolare continua ad imperversare la condotta, prepotente, incivile, ingiustificabile, tenuta da alcuni direttori arbitrali che genera in essi atteggiamenti assolutisti nei confronti delle persone che con senso del dovere credono e sostengono fortemente iniziative sociali, avallata, magari involontariamente, dalle sentenze dei giudici sportivi.

In generale, infatti, per come si evince dalle determinazioni del Giudice Sportivo, tutte le scorrettezze che si verificano durante e dopo le partite di calcio, vengono addebitate solitamente a calciatori,  tecnici e dirigenti delle varie società calcistiche e non anche agli arbitri, ai loro designatori ed osservatori, ai dirigenti stessi, i quali, anche loro, di errori sicuramente ne commettono.

Ciò rappresenta un’imparzialità di giudizio che genera tensioni e scoraggiamenti di tutte quelle persone che con abnegazione  sostengono, attraverso lo sport, iniziative sociali.

In particolare, in seguito all’incontro di gara Amantea – Luzzese tenutosi il giorno 8 del mese di Marzo u.s., la condotta morale dei calciatori, dei tecnici e dei tifosi e, quindi della società, è stata valutata da parte dei Giudici Sportivi, sulla base delle risultanze dei rapporti arbitrali, stilati, purtroppo, da pseudi arbitri irrispettosi, privi di quella capacità intellettiva che, in alcuni casi, consente anche di adattarsi con umiltà alle varie circostanze, magari variando le proprie argomentazioni e, nel caso, accettando anche quelle degli altri; infine, ancor più grave, tali rapporti sono stati condivisi, in prima istanza, da alcuni pseudo osservatori, il cui falso atteggiamento comprensivo tradisce sempre, le aspettative di chi spera a giudizi imparziali.

Di conseguenza arriva puntualmente l’applicazione infondata delle sanzioni (squalifiche per settimane a calciatori e tecnici, multe alla società) da parte del Giudice Sportivo, lasciando così trasparire, ingiustamente, “una corretta condotta morale e professionale di alcuni arbitri ed osservatori” e, al contrario, “un comportamento difforme ai principi del giusto e dell’onesto di chi sta dall’altra parte”.

Resta infine alle società la possibilità di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati ricorrendo alla Corte Sportiva D’Appello Territoriale, per via postale, previo il versamento di una somma a titolo di tassa e, poi, rimanere in attesa del verdetto, il quale, per come dimostrano le tante esperienze, va in direzione opposta da come ci si aspetta in piena coscienza.

Quindi, ulteriori mortificazioni e spese a danno delle società che già tanto fanno per sostenere progetti sociali del genere.

Occorre, invece,  che le decisioni rappresentino un momento di assunzione formale di responsabilità morale e professionale, tenendo presente quel grande sentimento di rispetto verso tutte le persone e, in particolare, verso quelle che, con senso di dovere e tanti sacrifici, sottraendo parte del tempo alle proprie attività ed alle proprie famiglie, intervenendo anche economicamente, intendono dare il proprio contributo per una società sana, composta da persone rispettose e comprensive, capaci di amare la propria città e la propria terra.

Noi, come società abbiamo il dovere di difendere la storia calcistica della nostra città e, soprattutto,  lo sport in genere, inteso quale strumento per l’attuazione di iniziative sociali. Per tali motivi non ci piegheremo di fronte a chi con falsi atteggiamenti irrispettosi utilizzano la loro divisa ed il proprio ruolo quale strumento a proprio uso e consumo ed, ancora, a chi approva tali situazioni.

A tal proposito rinnovo l’appello effettuato nella mia richiamata nota del Febbraio 2014 e ribadisco  la necessità, nel rispetto dei ruoli, di rapportarsi con le commissioni giudicatrici senza alcuna difficoltà.

Ritengo, altresì, necessario, che  le società calcistiche,  nel pieno senso di collaborazione, s’incontrino periodicamente per discutere le criticità che, eventualmente, si scoprono durante il campionato di calcio e, con solo ed esclusivo spirito di cooperazione, le rappresentino agli organi competenti funzionanti.

Apprezzo e condivido pienamente l’appello di questi giorni del Presidente Mirarchi della Lega Nazionale Dilettanti,  a seguito dei momenti di tensioni verificatesi nel corso di queste ultime settimane nei campi di giuoco.

Il mio appello finale, purtroppo, è rivolto, ancora una volta, alle massime rappresentanze in indirizzo affinché dimostrino, con i fatti,  il rispetto verso le persone, perché prima di essere dirigenti, calciatori, tecnici ecc. siamo persone e, successivamente, garantiscano quello delle regole, solo così si possono avere risultati eccellenti formativi, qualitativi e gestionali di tutti i componenti.

Confidando che queste mie considerazioni vengano intese, esclusivamente, a difesa del richiamato sentimento del rispetto e, quindi, dei diritti, dei ruoli e delle dignità di ognuno, sicuramente condivisi, si porgono distinti saluti.