CAULONIA – Si chiama Modi, 21 anni compiuti, è arrivato dalla Costa d’Avorio in Italia, via Libia, con una carretta del mare, nel giorno del suo 18° compleanno. Sbarcò a Lampedusa fu portato a Marina di Caulonia e qui inserito in uno dei tanti progetti di “accoglienza” della durata di un anno.
Dopo soli due mesi, pur sapendo che non avrebbe potuto partecipare a un torneo regolare, è stato accolto nella locale squadra di calcio e, sempre presente agli allenamenti, ha condiviso, a seconda dei risultati, delusioni e felicità con i compagni di squadra. Poi, finalmente in regola col permesso di soggiorno, è uscito dall’ombra ed ha indossato anche lui la divisa amaranto. E Modi domenica scorsa ha coronato un altro grande sogno; ha segnato un gol, che ha fatto esplodere di gioia lui, e fatto letteralmente impazzire i suoi compagni di squadra, il suo allenatore e i suoi dirigenti, che lo hanno inseguito per abbracciarlo. E, ovviamente, i tifosi.
«É vero, ho provato una gioia grande – ha raccontato, in un bar dove tutti, sportivi e non, se lo sono coccolato e tempestandolo di complimenti per l’impresa del giorno prima – e sono felice d’aver trovato un paese intero che mi vuole bene».
Nella sua terra natia, in Africa occidentale, ha lasciato i genitori anziani e cinque fratelli. «Sono scappato perché allora c’era la guerra. Ora vorrei tornare, quantomeno per incontrare mio padre che ha 85 anni, e non so se riuscirò a vederlo mai più ancora in vita. Poi, ad ogni modo, tornerei a Caulonia, perché qui mi sento amato da tutti».
Ma il ragazzo dalla pelle nera che si fa amare da tutti per i suoi modi garbati, la vita riserva anche tanti momenti difficili. Modi, quando gli va bene riesce a metter insieme non più di 10 giornate lavorative al mese, talvolta soltanto 3-4, ovviamente in nero. E con quel che guadagna, certamente non può far fronte a un viaggio per riabbracciare i familiari; a stento riesce a pagare affitto, luce, gas e a mangiare. Ma la comunità, così come lui è riuscito a dare un calcio alla palla finita in rete, ha saputo dare, e non soltanto con Modi, un calcio al razzismo.
E sempre col sorriso, pur se non sempre luminoso, anche quando è amaro, dice: «Sino a qualche tempo fa dividevo le spese con altri due ragazzi africani che ora sono andati via. Ora tutto è più difficile» figurarsi un viaggio in Costa d’Avorio. Lui, campione sul campo per un giorno, resta tuttavia campione nella vita di ogni giorno, quando ha l’opportunità di trasformarsi in apicoltore, carrozziere, bracciante, coltivatore, o qualsiasi cosa che lo aiuti ad andare avanti. Sempre da Modi, però, con un sorriso.
fonte Gazzetta del Sud