Sono in contatto con due imprenditori del Nordest, interessati a entrare nella Reggina un progetto che non sia solo calcistico. Manterrò la maggioranza, ma la mia presenza non
deve essere un ostacolo alla crescita della Reggina. Il nostro è un marchio forte in tutta la Calabria, noto per essere un'officina che ha formato campioni del mondo come Simone Perrotta. Abbiamo una gestione oculata che ha sei milioni di ricavi e otto di costi che nella parte eccedente vengono coperti dalle plusvalenze. Non è un caso che riscuota interesse".
E' un Lillo Foti che non molla dopo la rinuncia alla presidenza. Lo dichiara con fermezza attraverso le colonne della Gazzetta dello Sport e lo fa mettendo in risalto progetti futuri che preannunciano novità a livello societario e concrete idee tese a finanziare la costruzione del nuovo stadio.
"Sarà un teatro da circa quindicimila posti. Il costo è stimato in quindici milioni e dall'estero cento tifosi ci aiuteranno a finanziarlo acquistando i palchi. Abbiamo dalla nostra la volontà comune delle istituzioni e la spinta della Lega di B".
Foti manterrà il 77% delle quote nonostante non occupi più alcuna carica societaria dopo ventisette anni (cinque da amministratore delegato, ventidue da presidente). La scelta nasce dalla necessità di tutelare la società da una possibile revoca del certificato antimafia dopo i fatti che hanno coinvolto il vicepresidente Remo.
"Ho chiesto ai legali cosa dovevo fare per mettere al riparo la Reggina da questa eventualità, mi hanno prospettato questa strada e il nuovo amministratore unico gode della piena fiducia della proprietà"
fonte strill.it