Una pagina nera, nerissima. Non ci sono parole che possano riassumere la negatività della trasferta di Trapani per la Reggina.
Umiliante per i tifosi che hanno seguito la squadra in Sicilia, disonorevole per chi l’ha vista da casa, ben al di là del poker inflitto dai siciliani agli amaranto.Essere presi a pallate non fa mai piacere, ma il senso di rabbia e frustrazione si acuisce se si considera la spocchia degli ospiti che al cospetto della matricola terribile Trapani, si presentano con la presunzione di chi può permettersi il lusso di lasciare in panchina Colucci, Strasser, Di Michele e Cocco.I propositi di fare la partita, sbandierati ad inizio partita, cozzano terribilmente con la scelta di affidarsi a un centrocampo composto prevalentemente da uomini con caratteristiche difensive, sebbene si sia visto il giovane Dall’Oglio agire da incursore offensiva e con un 4-3-3 in cui gli esterni d'attacco non pungono mai.Si proverà a spiegare che la pessima prestazione difensiva nasce dalla poca abitudine a giocare a quattro, trascurando che, ben conoscendo le caratteristiche di Djuric, magari si poteva scegliere Ipsa per contrastarlo sui palloni alti vista la maggiore fisicità del centrale croato e che una squadra capace di giocare più alta avrebbe reso velleitari i traversoni dalla trequarti.
E così accade che l’ex centravanti del Crotone diventi indomabile e sui palloni alti e, nel primo tempo, faccia la differenza realizzando una doppietta in fotocopia: cross da sinistra e stacco imperioso e vincente. Al 20’ e al 41’, due saette che squarciano il cielo di Atzori: molto più grigio che amaranto.
Due lampi nella noia di un primo tempo in cui la Reggina fa vedere poco o nulla, dove le prestazioni dei singoli, soprattutto i giovani ancora troppo acerbi per poter essere lanciati tutti insieme in campo, non fanno altro che far rimpiangere quanti sono in panchina.E, messa in archivio la paura per Benassi, il fatto che si brucino tre cambi (due, considerato il forzato ingresso di Zandrini) nell’intervallo indica il vistoso pentimento per scelte iniziali che non convincevano nessuno già ad inizio partita.
L’imbarazzante gol del 3-0 arriva al 50’ sugli sviluppi di un calcio da fermo con un tiro dal limite di Pirrone e il piazzamento della difesa, nella circostanza, farebbe impallidire un qualsiasi allenatore di scuola calcio.La traversa di Di Michele con un tiro a giro indica che non è giornata, ma il fatto che sia l’unica occasione creata della Reggina la dice lunga sulla prestazione.Il 4-0 firmato dall’ex lametino Mancosu serve a dare la giusta dimensione della sconfitta. Una batosta che potrebbe segnare uno spartiacque nel cammino della Reggina del centenario.Abbandonare scelte che sembrano logiche per affidarsi a idee superficialmente cervellotiche è apparso evidente che non sia risultata la strada giusta.Se l’obiettivo di Foti è della Reggina è l’accesso ai playoff gli amaranto sono già in ritardo sulla tabella di marcia. Dopo sole quattro partite non è certamente il massimo, ma resta pur sempre la prima sconfitta assoluta e ci sono i margini per ripartire.
TRAPANI-REGGINA 4-0
TRAPANI (4-4-2) Nordi; Garufo, Martinelli, Pagliarulo, Rizzato; Nizzetto (72' Iunco), Pirrone, Caccetta, Pacilli (58' Ciaramitaro); Mancosu, Djuric (82' Madonia). A disposizione: Marcone, Terlizzi, Daì, Priola, Abate, Gambino. Allenatore: Boscaglia
REGGINA (4-3-2-1) Benassi (44' Zandrini); Maicon, Adejo, Lucioni, Foglio; Rigoni, Dall'Oglio (45' Sainz-Maza), De Rose; Fischnaller, Gerardi, Louzada (45' Di Michele). A disposizione: Ipsa, Di Lorenzo, Contessa, Colucci, Strasser, Cocco. Allenatore: Atzori
Marcatori: 19' e 41' Djuric, 49' Pirrone, 62' Mancosu
Arbitro: Borriello di Mantova
Ammoniti: Pirrone (T), Adejo, Dall'Oglio, Fischnaller, Di Michele, Foglio (R)