TORTORA - Giunge la controreplica della dirigenza del Tortora alle dichiarazioni di ieri del presidente dell'Fc Cremissa Michele Rajani. Questi aveva avuto modo di sminuire quanto sostenuto dalla contro parte tortorese e si era chiesto come mai il Tortora, dopo le ingiurie fisiche, non avesse mosso le proprie rimostranze al direttore di gara ed al commissario di campo. Questi ultimi, è da precisare, parimenti alle forze dell'ordine, non sono stati testimoni diretti dell'aggressione ma, in contrasto con quanto sostenuto dal presidente del Cremissa, il Tortora ha fatto presente di aver informato entrambi dell'accaduto. Il resto lo raccontano i referti medici dell'Ospedale di Cariati. Rajani è addirittura giunto ad accusare il Tortora di aver fatto dell'accaduto un “raggiro tale per crearsi alibi”. Intanto da Tortora i membri della dirigenza avvisano di aver fatto partire il ricorso alla Lega e di pensare l'eventualità di una denuncia penale. A proposito di testimoni non diretti “il presidente del Cremissa - afferma la dirigenza del Tortora - non era presente, per sua stessa ammissione, al momento dell'aggressione. Non accettiamo lezioni da loro, tutt'altro. Recitino il mea culpa e porgano le loro scuse”. Sulle testimonianze dirette, aggiungono i dirigenti, “al momento dell'aggressione, l'arbitro si stava riscaldando e il commissario di campo era in ritardo, ma entrambi sono stati messi a conoscenza di quanto accaduto. Lo stesso dicasi delle forze dell'ordine dalle quali siamo stati scortati: i Carabinieri di Cirò fino a Cariati, che presso l'ospedale hanno raccolto le deposizioni dei contusi e i Carabinieri di Cariati che dall'ospedale ci hanno scortato fino a Rossano. Entrambi sono stati dunque messi a corrente dell'accaduto”. Ancora una condanna a chiusura: “Confidiamo nell'operato della Lega e del giudice sportivo - ha sostenuto lo staff del Presidente Laino - e ribadiamo la condanna di questo atto vile ed ingiustificabile. Il Tortora, a differenza delle squadre di Cirò, vanta una storia ultraquarantennale di correttezza e lealtà sportiva”.