RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Un’occasione persa. Non per un gruppo, non solo per chi ha lavorato sodo e ha creduto fino in fondo ad un progetto nato in sordina e diventato grande: ma per tutta la città, la nostra città.
La vicenda kafkiana che ruota attorno alla mancata iscrizione dell’Hinterreggio alla Lega Pro ha il gusto amaro delle cose interrotte, delle belle storie d’amore lasciate a metà. Perché sognare, guardare oltre, pensare in grande, in una città come Reggio Calabria, rammarica dirlo, forse non è consentito.
In seguito all’ufficializzazione della notizia, la società Hinterreggio interviene con questo comunicato non solo per esprimere la dovuta e fisiologica amarezza che, giocoforza, scaturisce da una sconfitta ingiusta, ma anche perché ha l’obbligo morale di individuare tutte le responsabilità evidenziatesi a conclusione di questo brutto capitolo.
Perché di brutto capitolo si deve parlare, seguito però ad un crescendo di successi che solo in pochi, i sognatori, avrebbero potuto immaginare. L’Hinterreggio è nata dal nulla e seguendo un cammino glorioso – ma glorioso davvero – dall’eccellenza è arrivata in soli 6 anni alle soglie del calcio professionistico, diventando la seconda squadra della provincia di Reggio Calabria.
Traguardi, questi, che avrebbero dovuto inorgoglire, far battere forte il cuore, fare “sognare”, spingere la città, intesa non solo come insieme di persone ma individuata in tutte le sue componenti istituzionali.
Non ogni città, o addirittura regione, può vantare una seconda squadra all’interno di una competizione così prestigiosa, che – come è noto – avrebbe di certo dato lustro a tutta la provincia, avrebbe rappresentato una vetrina importante per la stessa, avrebbe comportato, in poche parole, un ritorno non solo di immagine, ma anche in termini di indotto economico.
La società Hinterreggio ha fatto tutto ciò che doveva fare per iscrivere il proprio club al Campionato Nazionale Professionistico Lega Pro. Ha adempiuto a tutti gli oneri e obblighi che erano posti a suo carico. Era pronta all’iscrizione, mancava soltanto la dichiarazione di disponibilità relativa allo Stadio “Granillo” da parte del Presidente della Reggina Calcio S.p.A., titolare di un rapporto di convenzione con il Comune (si rammenta, infatti, che la scelta del suddetto stadio comunale era obbligata, dal momento che nessun’altra struttura comunale è a tutt’oggi idonea, considerata la recentissima riforma, per disputare un campionato professionistico, né tantomeno sarebbe stato possibile mettere a norma uno degli impianti già esistenti).
L’Hinterreggio si è sempre sentita figlia di questa città e, dunque, sorella della più grande e titolata Reggina Calcio, che ha sempre guardato con ammirazione, esultando sinceramente ad ogni vittoria e ad ogni traguardo amaranto, proprio come fa una sorella più piccola quando guarda alla primogenita.Tuttavia, con grande tristezza, non si possono sottacere le pesanti responsabilità del Presidente della Società Reggina Calcio (che in questa vicenda è bene tenere separato dalla “passione amaranto”). La Reggina Calcio ha mantenuto sin dal primo momento un atteggiamento ambiguo e dilatorio nei confronti dell’Hinterreggio. Ad ogni incontro ha avanzato sempre nuove richieste, sino a rendere le condizioni dell’accordo sulla disponibilità dello stadio eccessivamente gravose e incomprensibili. Sottoscrivere l’accordo proposto sarebbe stato come firmare un assegno in bianco perché, in buona sostanza, non sarebbe stato possibile prevedere (a parte l’importo fisso da pagare per ogni gara casalinga, pari a 5.000,00 € più I.V.A.) una spesa neanche approssimativa per usufruire dello Stadio Comunale.Probabilmente la Reggina Calcio non ha considerato l’Hinterreggio come una sorella minore, ma come una fastidiosa realtà. Di fronte ad una situazione del genere non ci resta che affidare le sorti dell’Hinterreggio al Sindaco di Reggio Calabria, in qualità di rappresentante dell’Amministrazione comunale. Al Primo cittadino, dunque, l’ultima parola, perché dello straordinario percorso biancoceleste non rimanga che il ricordo di una bella storia finita male.
Un’altra occasione persa da questa città. La nostra città.
REGGIO CALABRIA 5 luglio 2012