Dai campi di calcio agli studi Mediaset
Dai campi di calcio agli studi Mediaset

 

 

Da campi di calcio agli studi di uomini e donne. E’ la storia del giovane arbitro Leonardo Varano, appartenente alla sezione di Crotone e debuttante quest’anno in prima categoria con la partita Cariatese – Belvedere, disputata sul neutro di Rossano.  Due le puntate alla quale il giovane direttore di gara crotonese ha partecipato, in entrambe le occasioni è stato corteggiatore della bionda Cipriana, celebre ormai il suo “Cià, Cià, Cià” nell’ultima puntata, che ha fatto ridere il pubblico e che sicuramente resterà nella storia del programma. Se ne andato poi, colpito nell’orgoglio, quando ha saputo che la giovane corteggiata, si sentiva con un altro dei partecipanti al famoso format di Maria De Filippi. In puntata è riuscito a farsi rispettare come riesce a farlo anche nei campi di calcio, è riuscito a tenere in mano l’incontro senza farsi mai mettere sotto, anche se alla fine l’ammonizione l’ha presa lui dalla bionda Cipriana, quando con un’ironica battuta gli ha detto “cartellino giallo”. Il signor Varano di Crotone, come si usa in gergo calcistico, dopo le registrazioni torna alla sua vita normale, torna alla sua passione di sempre, l’arbitraggio. Il campo di calcio dove pratica settimanalmente e la vetrina Mediaset, sono comunque due palcoscenici importanti, ma che differenza trova tra i due Leonardo Varano: “In un campo di calcio mi sento a mio agio, tiro fuori tutto me stesso, e il pubblico ho imparato a non ascoltarlo. In Mediaset è diverso, il pubblico sei costretto ad ascoltarlo e devi saper rispondere, poi aggiungi l’emozione, l’ansia, non è facile stare davanti a tutte quelle telecamere sapendo di essere guardato da milioni di telespettatori”. Alla tua presentazione hai dichiarato con orgoglio di fare l’arbitro, questo vuol dire che ci tieni davvero a quello che fai: “Assolutamente sì, quando scendo in campo tiro fuori tutto me stesso, questo ruolo mi ha fatto crescere e maturare tanto, spero di poter proseguire a lungo, e di poter andare avanti”. Di solito chi ama questo sport sogna di fare il calciatore, tu invece hai scelto di fare l’arbitro, cosa ti ha spinto a questa scelta? E’ stata più che altro una sfida con me stesso, poi col passare del tempo mi ha appassionato sempre di più. Amo il dialogo con dirigenti, società e calciatori, in campo ho sempre rispettato tutti, anche chi mi ha insultato, perché chi fa l’arbitro, deve mettere in conto anche gli insulti, l’importante che a fine partita tutto torni alla normalità. Rispetto ma voglio essere rispettato”. Cosa ti ha spinto invece a fare il provino di uomini e donne: “Anche qui posso dire che c’è stato un pizzico di sfida con me stesso, alla quale si aggiunge la curiosità di scoprire un mondo che ho sempre amato e seguito dall’esterno, sono davvero felice di essere arrivato davanti a milioni di telespettatori”.  E se oggi dovresti scegliere tra un futuro nello spettacolo e uno da arbitro professionista quale sceglieresti? Sicuramente l’arbitro, per vari motivi, prima di tutto perché in campo mi sento più a mio agio, poi perché fare l’arbitro e nettamente più gratificante, se arriva a essere professionista non devi dire grazie a nessuno, ci arrivi per bravura e basta. Nel mondo dello spettacolo invece puoi crollare da un giorno all’altro, un giorno sei il più richiesto e il giorno dopo non sei più nessuno”. Nella realtà invece cosa ti aspetti dal tuo futuro? “Sono abituato a vivermi il presente e non pensare mai al futuro, ora mi godo questo momento, domenica andrò a fare il mio dovere in campo e a fine di mese sarò ospite in una serata a Cinquefrondi. Prenderò giorno dopo giorno quello che arriva e poi si vedrà”. Di certo d’ora in poi, alle tue partite vedremo un netto aumento di pubblico femminile, e chissà che tu non sia il primo arbitro ad avere  il tifo sugli spalti: Sarebbe bello e gratificante, per ora sono abituato agli insulti e alle gridate, fanno bene anche questi. Se poi arriva il tifo sarebbe un grande stimolo in più per andare avanti in questo bellissimo sport”.

 

Fonte: Il Quotidiano della Calabria

 

Antonio Franco