DIRTY SOCCER: nel mirino della Palmese finiscono i giornalisti
DIRTY SOCCER: nel mirino della Palmese finiscono i giornalisti

In relazione alle ultime notizie, emerse in questi giorni sui media, inerenti il terzo filone sportivo del processo sul calcio scommesse denominato “Dirty Soccer” ma, soprattutto, per mettere fine alla propagazione di voci incontrollate o di informazioni false e fuorvianti attraverso internet, la Società US Palmese comunica quanto segue: il presidente dott. Pino Carbone, per tutelare l’immagine propria e quella della blasonata società calcistica, rende noto che, come atto urgente e doveroso, ha già dato mandato ai suoi legali di presentare denuncia querela per diffamazione nei confronti del signor S. P. il quale, in un articolo a sua firma pubblicato in data odierna sul quotidiano online “Costaviolanews.it”, dal titolo ““Dirty Soccer”, deferimento improcedibile per la Palmese e per Carbone”, ha affermato che gli inquirenti della Procura di Catanzaro avrebbero indicato la Palmese come la squadra che ha organizzato una serie di combine per garantire la salvezza del Sambiase.

Ebbene, dai dati in nostro possesso non risulta affatto che la Procura di Catanzaro abbia mai notificato nessun tipo di contestazione né al presidente e né alla Palmese e, quindi, il signor P. si assumerà la responsabilità in sede penale ed eventualmente in sede civile di quanto asserito diffamando nei fatti la squadra e il suo presidente. La Società US Palmese si costituirà inoltre parte civile nel giudizio pendente presso la Procura di Catanzaro in cui sono implicati ex tesserati; anche in questo caso, la decisione si rende necessaria per tutelare il buon nome della città, della squadra e del suo presidente. Saranno infine richieste le copie del carteggio alla Procura federale per capire le motivazioni per le quali il procuratore avrebbe avanzato quelle spropositate richieste nei confronti della Palmese e del suo presidente.

Altresì, la Società intende andare fino in fondo per accertare chi ha dato la notizia che l’ammenda nei confronti della Palmese ammontava a 300mila euro mentre, dal dispositivo del Tribunale federale, si evince che trattasi di 300euro. Tutto questo per andare anche ad appurare se ci siano state delle notizie tendenziose alla vigilia di una partita importante, come lo è stata la trasferta di Gela, per destabilizzare l’ambiente neroverde e per capire se oltre alla diffamazione possa delinearsi un reato di procurato allarme nella tifoseria neroverde. Per quanto riguarda le ragioni per le quali non si procederà al deferimento il presidente Carbone si è così espresso: “è mia ferma intenzione andare fino in fondo per dimostrare in modo assolutamente inequivocabile che né la Palmese e né il suo presidente hanno mai avuto contatti o confronti con progetti e cose che non hanno nulla a che vedere con la nostra cultura sportiva e morale.

Andremo avanti con tutte le nostre forze perché vogliamo vederci chiaro, anche alla luce di quanto scrive questo signor P., soggetto di Palmi che continua  a gettare fango verso la squadra della sua città: è il primo passo obbligato che verrà mosso per andare a fare emergere tutte le negatività che agiscono nei confronti della mia persona e della storia della Società”.